Alessandro Albanese, probabilmente è inutile aggiungere qualcosa per farvi capire di chi stiamo parlando. Una delle vere colonne degli Sharks, uno dei pochissimi veterani rimasti, lui è la squadra, non un giocatore della squadra. Troviamo doveroso, come minimo, lasciargli la parole e sentire cosa ha da dire. Grazie di tutto Ale, in anticipo!

1) Giocatore, dirigente, allenatore. Ciao Ale, il nostro tuttofare, raccontaci il tuo modo di essere Sharks.

A: Trascrivere in poche righe quale è il mio modo di essere Sharks, è molto complesso. Posso provare però a darti gli ingredienti:
Innanzitutto prima di continuare a leggere cliccate su questo link e mettete questa canzone di sfondo alla lettura: https://www.youtube.com/watch?v=3gxNW2Ulpwk
In una grandissima pentola mettete ginocchia rotte, dita frantumate, pezzi di costole, caviglie, contusioni e strappi muscolari, viaggi in macchina, in treno, in cappelliere, notti insonni, lacrime, schiaffi in piena faccia, delusioni, gioie, amicizie fraterne e compromessi. Aggiungete una soffiata di “crederci sempre” e uno spruzzo di “non mollare mai”, una volta ben amalgamati, metteteci un bel po’ di coraggio dopo averlo precedentemente mischiato con un pugno di incoscienza.
Quando tutto è ben compatto, aprite il barattolo “vita privata” e togliete 3/4 del vostro tempo libero, 1/2 pugno di serenità coniugale e tutta la vostra privacy.
Una volta cotto, impiattate e guarnite il piatto con della serenità, che però probabilmente non avrete mai li nella dispensa, e sarete costretti a scendere di fretta a cercarla da qualche parte prima che la pietanza si freddi.
Un piatto complesso insomma.

2) Tu sei uno dei giocatori con più esperienza in questa squadra, cosa è cambiato nel tuo football?

A: Nel mio football è cambiato poco, perché riesco a vederlo ancora con gli occhi di quando ho iniziato a praticarlo, ovvero un mezzo attraverso il quale si fondono dei valori quali il sacrificio, l’amicizia e la sana competizione.
E mi batto affinché questi valori rimangano integri, pur dovendosi adeguare all’evoluzione che questo sport dovrà continuare ad avere per affermarsi sempre di più nel territorio.

3) A questo punto della tua carriera sportiva, quali sono i tuoi obiettivi?

A: Non riesco ad avere degli obiettivi inerenti unicamente alla mia carriera sportiva, poiché a parte i primi 2 anni di gioco, la mia carriera sportiva si è fusa con quella gestionale e manageriale del team.
Posso dire che fino a quando scenderò in campo con questa maglia, il mio obiettivo sarà sempre quello di dare il massimo per i miei compagni, siano essi amici di una vita o ragazzini alle prime armi.

4) Quali sono stati e sono i tuoi modelli di riferimento nel football e nella vita?

A: Ho sempre ammirato e rispettato tutte quelle persone che lottano per qualcosa, senza volere nulla in cambio.
Le due persone nel football che mi hanno influenzato tanto sono senza dubbio Massimiliano Lecat e Massimiliano Parisi.
Il primo, per caparbietà, abnegazione e sacrificio, il secondo per la sua capacità di coinvolgimento, organizzazione e lucidità.
Non è un caso, che il mio “innamoramento” nei confronti del football è avvenuto nel periodo in cui loro due gestivano il team uno fianco all’altro.

5) Cosa ti aspetti adesso da questo campionato di Terza Divisione?

A: Per una squadra praticamente nuova, ogni partita è una scommessa. Puoi vincere da sfavorito e perdere contro l’ultima della classe. Non mi aspetto nulla ma voglio lottare per arrivare più avanti possibile.

6) Tu hai visto tanti Sharks e tante squadre Sharks, che ne pensi di questa?

A: La squadra più giovane di sempre. Sono felice sinceramente. C’è un potenziale enorme, che francamente in 14 anni non ho mai visto. Mi aspetto di vedere negli occhi dei più piccoli quella luce che ti contraddistingue quando inizi a praticare questo sport, e nei più grandi, la consapevolezza che per creare un ciclo vincente devi iniziare a prenderti delle responsabilità che vanno aldilà della prestazione personale in campo.
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7) Sei davanti ad una platea di ragazzi, convincili a venire a giocare con noi!

A: Dipende dal target:
8-12 anni:
Venite a giocare a football! Vi sentirete dei supereroi!
12-15 anni:
Venite a giocare a football! E poi compratevi Madden!
15-19 anni:
Venite a giocare a football! Non avete idea di quanti mi piace vi metteranno le ragazze sulle foto in casco e paraspalle.

Ecco qua, questo è il nostro Beerd, adesso capite perchè non c’è bisogno di aggiungere altro?